E’ stata pubblicata il 10 giugno scorso la c.d. legge “Salvamare” che entrerà in vigore dal 25 giugno prossimo, intitolata “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare”.
La legge contiene un ventaglio di misure finalizzate a incentivare le attività di risanamento dell’ecosistema marino, l’economia circolare e la corretta gestione dei rifiuti, consentendo, fra l’altro, l’attività di recupero, volontaria o accidentale, anche per mezzo di appositi sistemi, da parte di esercenti l’attività di pesca e diporto.
Viene prevista la costruzione di stazioni di ricevimento di rifiuti, da allestirsi a carico delle autorità portuali e locali, da inserirsi nel sistema di smaltimento e riciclo. La legge stabilisce anche che il Ministero individui misure premiali, di carattere non economico, per i pescherecci che conferiscano i rifiuti recuperati in mare, così come in ambiente fluviale o lacuale.
Un aspetto importante della legge consiste nell’introduzione di una disciplina che esclude la realizzazione di fattispecie di reato in capo a coloro che raccolgono rifiuti in mare. La gestione non autorizzata di rifiuti (che comprende le attività anche non professionali di raccolta, trasporto, recupero) è infatti punita dall’art. 256 del D.Lgs. 152/2006 ed è stata, fino ad oggi, un ostacolo per le condotte virtuose di recupero e smaltimento “volontario” dei rifiuti in mare.
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